La Giornata internazionale del rifugiato, i nuovi arrivi sono una risorsa
Un momento internazionale di riflessione sulle migrazioni, fenomeno in crescita a causa delle guerre ma anche dei problemi ambientali. BCFN contribuisce con un Report dedicato al ruolo delle carenze alimentari nei grandi spostamenti di popoli.
Il 20 giugno del 1951 veniva approvata a Ginevra la Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati: a distanza di sessantasette anni, quella data viene celebrata ancora oggi come la Giornata internazionale del rifugiato, seguendo per gli eventi celebrativi di tutto il mondo un tema comune, indetto, di anno in anno, dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR).
Ogni storia merita di essere raccontata ed ascoltata: così, le iniziative di quest’anno sono riunite sotto lo slogan #WithRefugees: quale il loro passato, i loro sogni, cosa lasciano, cosa sperano di trovare: comprendere le ragioni di chi fugge per sensibilizzare l’opinione pubblica e i singoli sul contributo positivo che rifugiati e migranti possono dare al cambiamento sociale.
BCFN e il report Food and migration
Sono oltre un miliardo i migranti nel mondo, secondo le stime dell’International Organization of Migration: 760 milioni di persone si spostano all’interno del proprio paese di residenza o nascita e altri 244 milioni invece verso un paese diverso. Ed il cibo rappresenta ancora uno dei principali motivi di migrazione, come denuncia anche il report Food and Migration prodotto da BCFN in collaborazione con Macrogeo. Negli ultimi decenni i principali flussi migratori da e all'interno del continente Africano sono derivati dalla rottura dei sistemi alimentari tradizionali, a seguito dei cambiamenti climatici e della siccità, da politiche alimentari inadeguate e da accordi commerciali, più che dalle guerre, come mostrano i dati United Nations World Food Programme.

Una risorsa economica
La campagna #WithRefugees ha lo scopo di dimostrare che la migrazione può e deve essere vista anche come una vera e propria risorsa. Sempre parlando di cibo, il settore dell’etnico ha un ruolo economico fondamentale, tanto che il volume totale del mercato di questi alimenti per uso domestico ammonta a 3 miliardi di euro nella sola Europa occidentale, quota che in futuro potrebbe crescere, traducendosi così in un beneficio economico concreto per i Paesi di origine, per quelli di destinanzione e per i migranti stessi che lavorano nel settore. Si stima infatti che il mercato delle spezie e delle erbe aromatiche possa raggiungere nel 2020 il valore complessivo di 8,74 miliardi di euro.
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