L'Arabia Saudita ha messo a disposizione oltre 500 milioni di dollari per finanziare la produzione agricola e garantire la sicurezza alimentare nel corso della pandemia di coronavirus, secondo quanto annunciato dal Fondo per lo sviluppo agricolo. L'iniziativa vedrà l'erogazione di prestiti diretti e indiretti e inizialmente si concentrerà su prodotti come semi di soia, mais, riso e zucchero.
Numerosi i focolai di Covid-19 che si stanno verificando nei macelli di tutto il mondo. Ad essere i più colpiti sono gli Stati Uniti, con oltre 180 centri produttivi, seguiti da Irlanda, Spagna, Australia, Germania, Brasile, Canada e Regno Unito. Un problema che potrebbe portare ad serie implicazioni sia sugli approvvigionamenti sia sulla salute dei lavoratori. Questi ultimi sono spesso lavoratori immigrati, che vivono in nuclei familiari numerosi e senza l'adeguato supporto sanitario.
Secondo una ricerca della Columbia University, i bambini costretti a non frequentare le scuole per più di cinque mesi rischiano di essere maggiormente esposti all'obesità infantile. Ad essere più a rischio sarebbero le categorie appartenenti alle minoranze etniche. L'aumento di peso crescerebbe di oltre il 4 per cento dopo una chiusura prolungata di sei mesi, dovuto alle minori interazioni e alla riduzione di attività sportive e ludiche.
La pandemia aumenterà il numero di europei che rischiano di soffrire la fame e porterà ad una nutrizione meno salutare per le fasce più vulnerabili. Secondo gli esperti sono già milioni le persone che hanno perso il lavoro a causa del blocco e ciò scatenerà una crisi economica che lascerà molti cittadini senza fonte di sostentamento. Ciò avrà anche conseguenze per la loro possibilità di acquistare cibo per sé stessi e le loro famiglie.
Il Giappone ha annunciato ulteriori 14,8 milioni di dollari per garantire la sicurezza alimentare alle popolazioni vulnerabili nello Zimbabwe. Il finanziamento consentirà al World Food Program (WFP) e al governo dello Zimbabwe di procurare 25.600 tonnellate di cibo, per soddisfare la domanda di 512.000 famiglie che vivono nelle aree rurali, per un periodo di sei mesi.
La deforestazione globale continua, anche se a un ritmo più lento, con 10 milioni di ettari all'anno convertiti ad altri usi dal 2015, in calo rispetto ai 12 milioni di ettari all'anno dei cinque anni precedenti, secondo i risultati principali del rapporto elaborato ogni cinque anni dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (FAO). Secondo il rapporto, sul nostro pianeta ci sono oggi 4,06 miliardi di ettari di foreste, pari a 0,52 ettari a persona. Dal 2010 la superficie forestale mondiale si è ridotta di 4,7 milioni di ettari all'anno.