Gli scienziati sono convinti che la continua distruzione dell'Amazzonia possa spingere questa regione verso un punto di non ritorno, entrando in un ciclo di declino che la porterebbe da foresta pluviale a savana. Secondo Carlos Nobre, ricercatore climatico, il tasso di deforestazione oltre il quale si innesca un cambiamento irreversibile è tra il 20 e il 25%. Oggi le stime parlano di un tasso di deforestazione del 15-17%.
Gli scienziati dell'università di Uppsala in Svezia e dell'università di Dhaka in Bangladesh hanno lavorato insieme per trovare nuovi impieghi per le alghe del genere Phitophora. I ricercatori avrebbero documentato un'eccellente azione di rimozione di agenti patogeni sia per i batteri presenti nell'acqua sia per i virus con un'efficienza superiore al 99,999%.
La peggiore siccità degli ultimi 60 anni sta portando a una rapida desertificazione di intere regioni del paese sudamericano. Il governo ha già dichiarato lo stato d'emergenza, dato che l'acqua scarseggia anche per la popolazione. Interi laghi e invasi sono già scomparsi. A rischio anche la produzione di rame, spina dorsale dell'economia cilena.
Troppo cibo e cibo troppo energetico, con un costo ambientale notevolissimo. Non è solo un problema di aumento dell'obesità, secondo i ricercatori che hanno pubblicato un nuovo studio su Frontiers in Nutrition, sottolineando come lo spreco di risorse e il costo ecologico dovuti a un consumo eccessivo di alimenti siano stati finora ignorati. La maggior parte dei consumi non necessari di cibo avviene in Europa e negli Stati Uniti.
Lo rivela il Ministero federale dell'Ambiente: il 35 per cento delle terre è stato colpito dalla desertificazione e altre aree sono ora minacciate. Secondo il ministro dell'Ambiente Mahmud Mohammed sono 40 i milioni di nigeriani distribuiti in 11 stati federali ad essere minacciati dal degrado del suolo e dalla desertificazione.
Il modo in cui produciamo, consumiamo e scartiamo il cibo non è sostenibile. Lo conferma il recente rapporto delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che sostiene la necessità di ripensare rapidamente il modo in cui produciamo il nostro cibo per evitare gli impatti più devastanti della produzione alimentare globale, tra cui la massiccia deforestazione, la perdita di biodiversità e l'accelerazione del cambiamento climatico.