L'ultimo barometro che analizza gli effetti della crisi dovuta al Covid-19 sulle aziende food & beverage in Francia ha rivelato una perdita del 22 per cento del fatturato a livello globale. Ad essere più colpiti i settori dolciari e quelli delle bevande, in particolare le piccole e medie imprese.
Secondo David Lapola, ecologo che studia l'impatto delle attività umane sugli ecosistemi forestali, l'Amazzonia è un enorme serbatoio di virus. La continua deforestazione e l'urbanizzazione di queste aree potrebbe portare a nuovi focolai trasmessi dagli animali all'uomo. Da più parti infatti si ritiene che anche l'attuale pandemia sia stata causata da una forte pressione antropica sugli habitat naturali.
Il nuovo amministratore delegato di British Petrolium (BP), Bernard Looney, ha affermato che l'impatto della pandemia ha dato un'accelerazione all'impegno della compagnia petrolifera nel ridurre a zero l'impronta di carbonio. Looney ha anche detto che il gruppo deve puntare sulla transizione energetica in seguito al crollo dei mercati petroliferi.
Circa 200 cuochi di Los Angeles hanno lanciato un progetto per utilizzare i fondi federali di soccorso in caso di calamità al fine di preparare e consegnare migliaia di pasti per gli anziani più a rischio. Il programma, chiamato Great Plates Delivered, fa parte degli aiuti che lo Stato americano ha messo in piedi per ridurre l'emergenza che ha colpito le fasce più vulnerabili della popolazione.
Le autorità cinesi hanno chiesto alle aziende legate al settore alimentare di incrementare i depositi di cereali e di semi oleosi per affrontare una possibile seconda ondata di casi di coronavirus. Sia i commercianti di cereali che i produttori di generi alimentari sono stati esortati a procurarsi scorte più elevate di semi di soia, olio di soia e mais.
A dirlo è Martin Cole dell'università di Adelaide in Australia, che spiega a News Scientist che l'impatto dell'attuale pandemia sulla sicurezza alimentare potrebbe essere peggiore di quando i prezzi dei prodotti alimentari salirono vertiginosamente nel 2007 e nel 2008. A differenza della crisi di 13 anni fa, questa volta la recessione economica colpirebbe la capacità di milioni di persone di permettersi di acquistare i prodotti alimentari.