L'Italia ha prodotto il 10 per cento in meno di rifiuti durante il blocco causato dalla pandemia, ma è cresciuto l'impiego di plastica usa e getta ed imballaggi. I ricercatori italiani stimano che durante i mesi di punta del blocco, la produzione di rifiuti urbani è diminuita di 500mila tonnellate. Diminuzione che consente alle discariche in Italia di assorbire le 300mila tonnellate di rifiuti extra dovuti a mascherine e guanti protettivi.
Le due più grandi piattaforme di food delivery della Cina, Ele.me e Meituan Dianping, hanno lanciato una campagna contro lo spreco alimentare nel paese, dopo l'appello dello stesso presidente Xi Jinping. Saranno dunque offerte delle guide ai consumatori, come la lista degli ingredienti, le dimensioni delle porzioni e altre informazioni sui piatti, per aiutarli a evitare sprechi alimentari a causa di informazioni fuorvianti.
Nonostante il virus Sars-CoV-2 possa resistere su cibi refrigerati o congelati, secondo gli esperti il rischio di infezione rimane molto basso. Il professor Ooi Eng Eong, vicedirettore del programma per le malattie infettive emergenti della Duke-Nus Medical School, ha spiegato che gli standard minimi accettati a livello internazionale per la manipolazione degli alimenti per prevenire la trasmissione di agenti patogeni impediscono anche la trasmissione del virus.
Il Programma d'azione per i rifiuti e le risorse (Wrao) ha rilevato che sono circa 6,6 milioni le tonnellate di cibo che vengono sprecate ogni anno dalle famiglie britanniche, il che equivale a dieci miliardi di pasti. Circa il 50 per cento di tutti gli sprechi alimentari avviene in casa, anche durante il confinamento dovuto all'epidemia.
È l'avvertimento spesso inascoltato dei ricercatori: non è improbabile che virus dormienti possano tornare a diffondersi a causa del cambiamento climatico. Come accaduto con il coronavirus, nuove pandemie potrebbero esplodere a causa della pressione antropica sugli ecosistemi. L'aumento di un solo grado di temperatura sta aumentando ad esempio il diffondersi di malattie tropicali come zika e dengue.
Le Nazioni Unite hanno lanciato un appello per raccogliere 565 milioni di dollari e aiutare i libanesi colpiti dall'esplosione nel porto di Beirut, bisognosi di assistenza umanitaria e sanitaria. Il portavoce delle Nazioni Unite Stephane Dujarric ha detto che il denaro permetterà di aiutare ad acquistare cibo e afornire un riparo, acqua pulita e dei servizi igienico-sanitari adeguati ai più bisognosi.