Una recente ricerca pubblicata sulla rivista scientifica PNAS suggerisce che la protezione e il ripristino delle foreste, insieme ad altre soluzioni basate sulla natura potrebbero fornire oltre un terzo degli effetti di mitigazione climatica necessarii da qui al 2030. Infatti l'aumento e il ripristino delle foreste possono contribuire in modo significativo a ridurre la concentrazione di CO2 nell'atmosfera.
Si riaccende il dibattito sulla riduzione dei consumi di carne, dopo la pubblicazione sulla rivista scientifica PloS One di uno studio che calcola i benefici della tassazione della carne rossa e lavorata sulla salute pubblica. Ogni anno oltre 2 milioni di persone sono vittime di cardiopatie e ictus legate al consumo di carne, il che si traduce in 285 miliardi di dollari di costi per il sistema sanitario mondiale.
I ricercatori dell'università statale dell'Ohio hanno dimostrato come con la tecnica della “bioirrigazione” la produzione del miglio nella aree desertiche del Sahel possa aumentare del 900 per cento rispetto alle tecniche colturali tradizionali. Il sistema consiste nell'associare alla coltura altri arbusti, capaci di captare l'acqua nei livelli più profondi del terreno, aumentando quella disponibile negli strati più superficiali. Tale tecnica va a migliorare anche la fertilità del terreno.
Almeno 70.000 famiglie aumenteranno la propria sicurezza alimentare grazie a un nuovo progetto che mira a rinnovare più di 100.000 ettari di terreno in Africa. Un progetto di re-greening che vedrà la piantumazione di nuovi alberi per incrementare la silvicoltura e l'agricoltura. Il progetto toccherà Ruanda ma anche Mali, Senegal, Niger, Ghana, Etiopia, Kenya e Somalia, grazie al finanziamento dell'Unione europea.
Il ministro dell'ambiente tedesco Svenja Schulze ha dichiarato che il suo ministero utilizzerà tutte le opzioni legali disponibili per porre fine all'uso degli erbicidi a base di glifosato in Germania, aggiungendo che il governo sta pensando di cambiare l'intero processo di approvazione di tutti i pesticidi impiegati.
La migrazione di 1,4 milioni di persone a settimana verso le città può contribuire a generare “disastri”. Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, questo tipo di migrazione “può mettere a dura prova le capacità locali, contribuendo ad aumentare il rischio di disastri naturali e umani”.
La crescita delle popolazioni povere urbane crea difficoltà anche sul piano alimentare. Per la prima volta nella storia, più della metà della popolazione mondiale vive nelle città. Si prevede che questa cifra aumenterà fino al 68 per cento entro il 2050, presentando una serie di nuove sfide e opportunità tra cui la capacità delle città di adattarsi a realtà tecnologiche, ambientali ed economiche in rapida evoluzione.